Ognuno misura la propria felicità in modo diverso: c’è chi conta viaggi fatti, ristoranti visitati, amici ritrovati, io ormai conto i progetti che faccio. Anche se magari non andranno in porto tutti costituiscono il mio condimento, rendono sapida la vita con il mio fantastico compagno e con i figli, mi riempiono gli occhi di stelle e le notti di sogni.
Ce li ho tutti i miei progetti, anche quelli di diventare imprenditore e creare un sacco di posti di lavoro con le mie balzane idee. Non so se riuscirò a dare loro forma e a farli diventare reali, ma ci lavoro ogni santo giorno quando torno dall’ufficio. Sono il mio universo parallelo, il mio altrove, su cui ogni tanto si apre una finestrella e parlo con delle persone dall’altro capo dell’Atlantico, che si muovono in universi veloci, che creano nuovi scenari a ogni soffio di vento.
Ce li ho tutti i miei progetti e son meglio della droga o della crema antirughe. O della passione corporea.
Ce li ho tutti i miei progetti e con la mente creo città invisibili su altri pianeti.
Chiamatemi pure Dottor Manhattan.
anche io vivo coccolando un mio bellissimo progetto.
Ed è una cosa bellissima, Annika! I progetti sono come figli, ti riempiono la vita
verissimo