Si sente che arriva il mezzo secolo: me lo ricorda il social più amato dai quarantenni e oltre che mi propone minuscoli adesivi per simulare una giovanilissima piega della palpebra in un drappeggio di pelle cadente, me lo rimembrano le sequenze di face yoga che appaiono nelle pubblicità mirate per gruppo d’età, me lo suggeriscono tutti gli integratori di collagene, qu-dieci e principi miracolosi che ammiccano negli spazi promozionali.
Me lo sto facendo il mazzo, ogni singolo giorno, per riuscire a chiudere il lavoro e iniziare a sfondare il soffitto di cristallo: andare lavorativamente dove prima era precluso, mettere a segno un colpo che i miei precedenti capi non mi avrebbero mai lasciato fare. Sto studiando e lavorando, tanto, da mane a sera e alcune volte a notte inoltrata. Durante il weekend poi si apre la finestrella del corso di lingue e anche lì cerco di migliorare. Il sabato mi perdo nella musicalità del parlato del coltissimo insegnante di Boston, prendo appunti ligia, crepitio di dita sulla tastiera del portatile. La domenica mi impongo la chiacchierata al buio nella lingua di Albione. Ogni volta vario, estraggo un nuovo tutor tra quelli che sembrano interessanti nei brevi video di presentazione. La giovane londinese, il canadese cresciuto a New York, la sudafricana esperta in inglese lavorativo, poi la trentenne di Vancouver vissuta in Vietnam. Vario perché voglio sentire cadenze diverse, correzioni differenti, argomenti nuovi. Solo con alcuni ho subito il gelo del non sapere cosa dire dopo i primi convenevoli, guardando di sottecchi l’orologio per sapere quanto manca. Altre volte è stato fusionale, qualcuno di loro mi ha dedicato qualche minuto in più oltre la lezione perché la conversazione era genuinamente interessante. Mi rendo conto che trovare affinità in qualcosa con chi è dall’altra parte dello schermo è bello, evita la processione di banalità che mettiamo in scena per occupare il vuoto. Sarò onesta, anche mettere in scena la banalità in questo momento mi è utile, quando utilizzo un idioma che non è il mio devo imparare tutte le forme di comunicazione convenzionale, anche quelle per far fronte ai momenti noiosi. Però se il discorso ti cattura tutto è davvero più spontaneo.
Ma vi prego, ditemelo come si sfonda questo soffitto di cristallo. La testa la sto usando parecchio ma mi viene il dubbio che si faccia prima a craniate.